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La nuova rivoluzione industriale: quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale sul nostro sistema economico?

La nuova rivoluzione industriale: quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale sul nostro sistema economico?

L’attuale boom dell’Intelligenza Artificiale, caratterizzato da investimenti senza precedenti e da un’adozione diffusa in tutti i settori, ha sicuramente il potenziale per rappresentare una nuova rivoluzione industriale.
Tutti stanno cercando di capire quale sarà la portata di questo cambiamento per gli stati, le imprese e gli individui. L’intelligenza artificiale impatterà non solo sul PIL e sulla produttività delle imprese, ma anche sulla sicurezza informatica, sul mercato del lavoro e su quello energetico e inciderà anche sull’inflazione.

Il ruolo dell’IA nell’aumentare la produttività.

In che modo l’intelligenza artificiale impatterà sulla produttività è lampante. La produttività è la misura dell’efficienza della produzione, calcolata come il rapporto tra output ed input richiesti nel processo produttivo. Un aumento della produttività consente ad un’economia di produrre più prodotti con la stessa quantità di input, generando maggiore crescita economica.
Le prime implementazioni dei sistemi IA nelle aziende hanno permesso significativi incrementi di produttività, aumentando il rendimento dei lavoratori del 66% e le capacità degli stessi fino al 40%.
I tassi medi di crescita della produttività del lavoro, pre-Covid, erano dell’1.4% negli Stati Uniti e dello 0.8% in Europa.
L’intelligenza artificiale modifica anche il mix di competenze richieste alla forza lavoro, creando domanda per competenze nuove e, potenzialmente, riducendola per quelle automatizzabili.
Ciò richiede un significativo cambiamento nella formazione della forza lavoro, gli individui devono acquisire nuove competenze per restare attrattivi in un mercato del lavoro pervaso dall’intelligenza artificiale.

Impatti settoriali dell’IA sulla produttività.

L’impatto dell’IA sulla produttività varia significativamente tra i diversi settori. Il settore bancario-finanziario e High Tech, che hanno una elevata esposizione all’IA stanno vivendo forti aumenti di produttività. I settori con un’esposizione meno diretta all’IA hanno difficoltà a sfruttarne appieno il potenziale.
L’IA ha un notevole potenziale di incremento della crescita economica e dei posti di lavoro. Per sfruttare tali vantaggi è, pero’, richiesto uno sforzo per una efficace integrazione dell’IA nei processi aziendali e per la formazione della forza lavoro nello sviluppo di nuove competenze.

Le aziende dovranno assumere nuovi manager dell’IA e responsabili della conformità per garantire che l’uso della tecnologia sia in linea con le normative. Le nuove tecnologie non sempre portano tagli ai posti di lavoro, ma un cambiamento nell’utilizzo delle professionalità.

La capacità di adattarsi, studiare e reinventarsi sarà fondamentale.
Per capire l’importanza di questa fase, può essere utile guardare alla storia delle precedenti rivoluzioni industriali per capire come l’adozione di nuove tecnologie ha modificato le nostre economie, permettendo aumenti di produttività ed occupazione. L’implementazione dell’intelligenza artificiale a livello industriale promette di migliorare l’efficienza e stimolare la crescita economica.

Come le passate rivoluzioni industriali hanno modificato le economie e l’inflazione?

Le passate rivoluzioni industriali sono state caratterizzate da un’iniziale fase inflazionistica causata dall’aumento della domanda a cui seguono pressioni deflazionistiche all’aumentare della produttività e dell’offerta.
Questo è, tuttavia, un percorso lungo nel tempo: l’inflazione scende nel lungo periodo, la fase di implementazione dell’intelligenza artificiale potrà causare iniziali episodi di inflazione.
Non sembra esagerato considerare quella indotta dall’IA come la quarta rivoluzione industriale, ma allo stesso tempo tale rivoluzione è ben lontana dall’essere compiuta.

Le prospettive di crescita sono comunque enormi, lasciando ipotizzare che la rivoluzione prodotta dall’IA avrà effetti maggiori rispetto alla somma delle precedenti.
In questa prospettiva diventa cruciale gestire adeguatamente i progressi nel campo dell’IA non solo per sfruttare il suo potenziale economico, ma anche per orientare il suo impatto verso il miglioramento del benessere sociale e la promozione della crescita sostenibile.

La capacità di adattarsi e reinventarsi sarà la chiave per prosperare in un’economia in continua evoluzione.

Il futuro è (come sempre) nelle nostre mani!

Conviene ancora investire in Cina?

Conviene ancora investire in Cina?

Questa mattina Hong Kong e Shanghai hanno lasciato sul terreno quasi il 4% complessivamente, dopo le ultime notizie sulle decisioni del governo cinese, che potrebbero limitare gli investimenti esteri in alcuni settori. Pechino ha vietato l’insegnamento a scopo di lucro nelle materie scolastiche di base e ha annunciato che tutte le istituzioni che offrono tutoring sul curriculum scolastico saranno registrate come organizzazioni senza fine di lucro e non saranno concesse nuove licenze. In questo modo ha sostanzialmente limitato gli investimenti stranieri nel settore. La motivazione di fondo è quella di ridurre l’onere finanziario per le famiglie, ma questa azione  ha notevolmente inasprito il sentiment degli investitori. L’indice cinese è in negativo da inizio anno, aggiornando le perdite complessive per gli investitori che hanno investito da poco in Cina.

Conviene ancora investire in Cina?

Partiamo dal presupposto che l’Asia e la Cina vantano le migliori prospettive di crescita future e bisogna averle assolutamente in portafoglio. La Cina è sempre stato un mercato complesso, la cui economia è fortemente influenzata dalle decisioni governative ed è molto lontana dai sistemi liberali di mercato a cui siamo abituati.  Le vicende Alibaba e Jac Ma dovrebbero farci capire come l’andamento dei profitti aziendali in Cina sia sempre influenzato dal governo e questo mette sempre “in ansia” gli investitori esteri. Si creano momenti di forte volatilità al ribasso (fughe di capitali esteri) o al rialzo (imponenti flussi in entrata di capitali esteri).

Che impatto hanno le decisioni governative degli ultimi mesi?

Settore dell’istruzione

L’impatto economico e finanziario diretto sull’intera economia di queste nuove normative sul settore dell’istruzione è estremamente ridotto. Ci sono diverse società di tutoraggio cinesi quotate nella Cina continentale, a Hong Kong o negli Stati Uniti; la dimensione complessiva di queste società rappresenta solo una piccolissima parte degli indici.

Settore Internet

Sebbene vi siano ancora alcune questioni irrisolte relative alle indagini anti-monopolio delle piattaforme Internet, il caso-scuola di Alibaba, di qualche mese fa, ha dimostrato che il timore di una grave crisi di queste società è totalmente ingiustificato. La principale forma di repressione prende la forma di sanzioni / multe limitate per legge al 4% dei ricavi o a requisiti per modificare le pratiche commerciali per prevenire comportamenti monopolistici.

Settore Immobiliare

La repressione del settore immobiliare ha lo scopo di ridurre l’indebitamento del Paese e di prevenire rischi sistemici per l’economia. Le restrizioni ai prestiti dei developer immobiliari sono giustificate, in quanto queste aziende hanno dimensioni tali da poter creare potenziali rischi sistemici al sistema finanziario. La chiave è prevenire ciò che è successo con un mercato immobiliare fuori controllo (come quello degli Stati Uniti nel 2008 che ha portato ad una massiccia crisi finanziaria).

Cosa attendersi nei prossimi mesi?

Il mercato cinese da sempre è stato caratterizzato da forti rialzi e forti ribassi. L’intervento governativo crea un panico immediato ed improvviso nel momento in cui vengono introdotte nuove misure di contenimento o restrizioni, ma nel tempo il mercato si stabilizza e riprende la sua corsa. L’intervento statale crea timori negli investitori occidentali, abituati al libero mercato, ma è funzionale ad evitare bolle e crisi finanziarie in un paese di dimensioni così importanti da un punto di vista economico e demografico.

Anche questa volta il recente ribasso (sell-off ) è ingiustificato e non corrisponde ai solidi fondamentali sia dell’economia che delle imprese cinesi.

 

 

 

Trova le differenze: Risparmio, Investimento, Speculazione.

Trova le differenze: Risparmio, Investimento, Speculazione.

 

Per gestire al meglio le proprie finanze è importante avere chiari i concetti di risparmio, investimento e speculazione. Questi differiscono nel significato, ma anche nei metodi che utilizzano e negli obiettivi che si prefiggono.
Queste distinzioni sono importanti perchè i mezzi di informazione e i mass media creano confusione e paura con titoli roboanti e terrificanti sui mercati legandoli a perdite colossali, rischi e speculazione mondiale. Molte persone hanno paura di investire, perché pensano che sia rischioso, ma l’attività di investire non è di per sé rischiosa. Non avere una minima istruzione in campo finanziario è rischioso.
Investire è un po’ come imparare ad andare in bicicletta. All’inizio quando si era piccoli, avevamo tutti paura di cadere e di farci male, ma dopo aver fatto un po’ di esperienza, è diventato del tutto normale salire sulla bicicletta e pedalare.
Anche ad investire si impara un po’ alla volta. L’esperienza e l’intelligenza finanziaria portano a diventare consapevoli delle scelte che si compiono.
Bisogna familiarizzare con i meccanismi dei mercati e con le caratteristiche dei principali strumenti finanziari.

Cosa significa risparmio?

Il risparmio è la quota di reddito che non viene spesa nel periodo in cui il reddito è percepito, ma è accantonato per essere speso in un momento futuro. Il risparmio è dunque una riduzione del consumo presente, che viene destinato a consumi futuri. Ciò che non si consuma si risparmia e, soprattutto, per meglio capire quanto si dovrebbe risparmiare oggi, in una logica di pianificazione finanziaria, si dovrebbe avere un’idea molto precisa di ciò che si dovrà/vorrà consumare in futuro. A questo concetto sono legati progetti di vita, vacanze, sogni da realizzare, acquisto di una casa, apertura di una attività, gli studi del figlio. La pianificazione di progetti futuri tradotti in termini economico finanziario è un aspetto difficile da gestire per la maggior parte degli italiani. Per pianificare correttamente il proprio futuro in termini finanziari, a mio avviso, occorre farsi aiutare da un buon consulente. Infatti, a parte i pochi pignoli e precisini che tengono da parte tutti gli scontrini e le ricevute, e che hanno una perfetta cognizione di quanto spendono ogni mese, i più hanno invece una vaga percezione di quanto consumano e di quanto risparmiano: ad esempio, provate a chiedervi quanto spendete all’anno in pizzeria/ristorante, per le vacanze, per le spese mediche ecc. Figuratevi quanto sia complesso comprendere esattamente l’ammontare delle risorse finanziarie necessarie per mantenere un adeguato tenore di vita o realizzare un progetto tra 10, 15 o 20 anni. E’ importante decidere quanto destinare al risparmio ogni mese. Una volta deciso il proprio livello di risparmio, si deve però decidere come investire quanto messo da parte. Cosa significa allora investire?

Cosa significa investimento?

L’investimento avviene quando una certa quantità di denaro a disposizione viene impiegata per cercare di ottenere un valore futuro superiore. Il denaro che investo deve lavorare per me nel tempo.
Investo del denaro perché desidero avere un valore maggiore in futuro, in modo da avere un vantaggio. L’investitore è orientato alla strategia di medio e lungo periodo, svincolato dalla pura logica delle performance di breve periodo e generalmente valuta il rendimento complessivo dell’intero portafoglio. Non si valuta la performance di ciascun asset componente il portafoglio, ma il rendimento e la volatilità del portafoglio complessivo.
Il raggiungimento degli obiettivi prefissi si pone come priorità delle sue valutazioni. Inoltre l’investitore di lungo termine ha generalmente nei confronti del rischio, inteso come volatilità del suo portafoglio, una gestione statica, cioè lascia che i movimenti di breve periodo non vadano ad inficiare la strategia adottata in precedenza.

Quando investiamo è essenziale impiegare il nostro denaro in situazioni che comprendiamo e adatte a noi e ai nostri obiettivi. Infatti:
1. Non tutti gli investimenti vanno bene per tutte le persone
2. Prima di investire comprendi attentamente in cosa investi
3. Considera quanto tempo hai a disposizione per il tuo investimento

Come si effettua un investimento?

Il mercato fa meglio del singolo titolo; senza entrate troppo in dettagli tecnici, ciò è dovuto al fatto che la distribuzione delle performance dei titoli quotati è caratterizzata da una skewness (asimmetria) positiva, tale per cui i rendimenti molto elevati di pochi titoli controbilanciano le performance modeste di tutti gli altri titoli quotati.
In definitiva, mentre l’andamento del mercato globalmente inteso è legato all’andamento complessivo dell’economia (il mondo continua a crescere sempre!), le vicende delle singole società quotate dipendono da situazioni particolari; e molte aziende quotate, peraltro, falliscono o sono assorbite nel corso del tempo.
Investire, quindi, significa partecipare alla crescita globale dell’economia.

In termini semplici, la crescita mondiale si riflette, nel medio- lungo termine, sul valore delle azioni delle società quotate: ovviamente, come detto, alcune società falliscono nel corso del tempo, ma l’indice in sé rappresenta sempre le azioni delle società migliori e, per costruzione, non può fallire. Il grafico sottostante mostra la performance netta cumulata di un investimento nell’indice Msci World da aprile 2006 ad oggi.

 

Grafico del Msci World Index alla data odierna.

L’indice  Msci World è composto da titoli come Apple, Amazon, Alphabet… ecc e cambia nel tempo a seconda delle società a maggiore crescita e capitalizzazione.
Il mondo cresce nel tempo e crea un potenziale rendimento finanziario di medio-lungo termine tutto sommato facile da ottenere attraverso un portafoglio diversificato. Come bilanciare, all’interno di tale portafoglio la componente azionaria, obbligazionaria e gli asset reali sarà oggetto di un successivo approfondimento.
Ovviamente, è fondamentale lungo il percorso di investimento restare sempre orientati all’obiettivo. Quando il mare è in burrasca, non si deve abbandonare la nave. Altrimenti si rischia di annegare invece di arrivare a terra.

Cosa significa speculazione?

Speculazione significa impiegare una somma di denaro cercando di prevedere ed anticipare gli andamenti futuri di una attività finanziaria. L’orizzonte temporale di riferimento è il breve termine, lo speculatore cerca di ottenere profitti dagli scostamenti anche minimi dei prezzi degli assets finanziari anche nel giro di pochi minuti o di poche ore.
Lo speculatore, dato il maggiore rischio dato dal cercare di “scommettere” sull’andamento di una attività finanziaria, adotta strategie dirette a chiudere le posizioni molto velocemente quando non riesce a controllare totalmente il mercato. I movimenti che notiamo sulle criptovalute, per esempio, sono estremamente speculativi.
Non è questa la sede per discutere se la speculazione sia un male o un bene, ma se portata all’eccesso, le conseguenze possono essere nefaste sia per i piccoli investitori che per i grandi investitori.

 

Giornata Mondiale della Terra: tra etica ed economia!

Giornata Mondiale della Terra: tra etica ed economia!

Giornata mondiale della terra

Conosciuta nel mondo come Earth Day, la Giornata della Terra (21 aprile) è una data che lega ormai inscindibilmente etica ed economia.  Questo è l’evento green che coinvolge il maggior numero di persone nel mondo.

Giornata mondiale della terra: un po’ di storia

L’Istituzione della Giornata mondiale della Terra si deve a John McConnell, un attivista per la pace interessato anche all’ecologia. Egli sosteneva che gli esseri umani avessero l’obbligo di occuparsi della terra e di condividere le risorse in maniera equa. Nel 1969, durante la Conferenza dell’UNESCO , McConnell propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra. La celebrazione aveva lo scopo anche di mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici, dai quali dipende la vita sul pianeta.

Il 22 aprile 1970, Gaylord Nelson istituisce la “Giornata della Terra – Earth Day”. Denis Hayes (il primo coordinatore dell’Earth Day) riuscì a rendere la manifestazione una realtà internazionale: dopo aver “contagiato” le città americane, Hayes fondò l’Earth Day Network arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni.

La proclamazione della Giornata della Terra si inseriva in un contesto storico in cui si iniziava ad avere coscienza dei rischi legati allo sviluppo industriale. Nel 1969 a Santa Barbara, una fuoriuscita di greggio aveva ucciso decine di migliaia di uccelli, delfini e leoni marini. L’opinione pubblica ne fu scossa e gli attivisti iniziarono a ritenere necessaria una regolamentazione ambientale per prevenire questi disastri.

Earth Overshoot Day: cosa è?

Ogni anno consumiamo circa una volta e mezza la quantità di risorse naturali che la Terra è in grado di rigenerare naturalmente in un anno.
Questo dato è misurato dall’Earth Overshoot Day calcolato dalla società non-profit Global Footprint Network (GFN).

L’Overshoot Day è il giorno in cui gli esseri umani hanno consumato le risorse naturali del pianeta disponibili per un anno e iniziano ad attingere alle risorse delle future generazioni.

Il dato preoccupante è che tale data cade sempre con maggior anticipo a partire dagli anni ’70. In quegli anni per la prima volta nella storia la domanda di risorse da parte dell’umanità è aumentata oltre quanto la natura è in grado di sopportare.

Solo nel 2020 si è osservata un’inversione di tendenza: le misure adottate per contenere il coronavirus, infatti, hanno fatto cadere l’Earth Overshoot Day più tardi rispetto all’anno precedente (il 22 agosto rispetto al 29 luglio del 2019).

Tuttavia, per poter uscire dalla pandemia con un modello di crescita più sostenibile, occorre cambiare rapidamente rotta e improntare la ripresa post-COVID alla tutela dell’ambiente.

A che punto siamo oggi sul tema dei cambiamenti climatici?

USA e Cina

Il Presidente USA Joe Biden oggi e domani ospiterà 40 leader mondiali in un summit virtuale sul clima. I temi in discussione saranno le misure da adottare per ridurre le emissioni di CO2 in vista della conferenza COP26 che si terrà a Glasgow a novembre.

Emblematicamente, parteciperà al meeting anche il leader cinese Xi Jinping, nonostante le relazioni diplomatiche tra il Paese asiatico e Washington siano ancora tese. Le questioni ambientali sembrano quindi unire, piuttosto che dividere, anche se presto potrebbe scatenarsi una corsa tra USA e Cina per la leadership nella green economy.

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che gli Stati Uniti devono incrementare gli investimenti nelle energie rinnovabili per non restare indietro rispetto alla Cina. Quest’ultima, infatti, detiene quasi un terzo dei brevetti mondiali per le energie rinnovabili ed è la più grande produttrice ed esportatrice di pannelli solari, turbine eoliche, batterie e veicoli elettrici.

A dimostrazione di come il mondo sia sempre più orientato alla sostenibilità ambientale, secondo Blinken gli Stati Uniti possono pensare di vincere la competizione economica con il Paese asiatico solo assumendo la leadership nella transizione energetica.

Europa

Le istituzioni europee, intanto, hanno approvato la legge sul clima, che prevede la neutralità climatica entro il 2050 e il taglio delle emissioni entro il 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. “Il nostro impegno politico per diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050 è ora anche un impegno legale”, ha commentato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Ancora più ambizioso è l’obiettivo del Regno Unito: ridurre le emissioni nocive del 78% entro il 2035, quindici anni prima del previsto.

Nel suo annuncio, il Premier Boris Johnson ha sottolineato che questa mossa avrà anche un impatto positivo sull’economia britannica, attraendo investimenti e incoraggiando l’innovazione. Questo conferma di come il tema ambientale non sia una questione solamente etica, ma anche profondamente economica.

I temi legati ai cambiamenti climatici saranno al centro delle politiche di investimento da parte dei governi di tutto il mondo. Per gli investitori, ora focalizzati su azioni o beni reali, sarà essenziale avere in portafoglio una quota di questi investimenti alternativi, legati al cambiamento climatico, alla decarbonizzazione ed alle energie alternative.

Volatilità in arrivo: è un’ opportunità di acquisto?

Volatilità in arrivo: è un’ opportunità di acquisto?

La volatilità è uno dei concetti base della finanza, ma non sempre le sue implicazioni sono chiare a tutti i risparmiatori. La volatilità, che è vista dalla maggioranza degli investitori solo in una accezione negativa, in realtà puo’ rappresentare una opportunità di acquisto.

Che cos’è la volatilità?

La volatilità è una misura della variazione percentuale del prezzo di uno strumento finanziario nel corso del tempo. Da un punto di vista matematico la volatilità indica la distanza del prezzo di uno strumento o di un bene dal suo valore medio. Questo vale per le azioni, per le obbligazioni, le valute, le materie prime e tutto quanto viene scambiato con negoziazione immediata.

Sui mercati si verificano fasi, più settimane o più mesi, in cui le oscillazioni delle quotazioni degli strumenti finanziari sono molto vistose, in questo caso di parla di fase di volatilità.

In questi periodi la volatilità può rappresentare una opportunità di acquisto.

Perché la volatilità è importante per i tuoi investimenti?

L’economia è come un immenso oceano sulla cui superficie si propagano onde di diversa altezza (volatilità). Ci saranno momenti in cui la superficie è piatta o leggermente increspata e momenti in cui le onde saranno più alte. Queste onde sono locali e limitate nel tempo e la superficie del mare tornerà leggermente increspata o piatta.

Esattamente come una tempesta la volatilità dei mercati mette ansia al risparmiatore perché è difficile gestirla. Se gestita correttamente, la volatilità offre opportunità di acquisto che permettono di aumentare la performance di un portafoglio. Durante una fase di volatilità di mercato, infatti, i prezzi di tutte le società scendono ed è possibile acquistare a sconto asset finanziari che nel tempo torneranno al loro valore medio.

Volatilità, se la conosci la governi.

In questo momento vi sono molte situazioni che creano incertezza:

  • L’impennata di contagi che si registra in Europa e negli Usa potrebbe portare ad inasprimenti delle misure anti-Covid che andrebbero a peggiorare le condizioni di economie già pesantemente colpite dalla prima ondata di pandemia.
  • L’esito delle elezioni Usa non è scontato e potrebbe “sorprendere” il mercato.
  • La Brexit è alle sue battute finali.

 Queste situazioni dall’esito al momento incerto potrebbero dare vita ad una fase di volatilità nei prossimi due mesi. Proprio questa volatilità può costituire un’opportunità per aumentare il rischio dei portafogli in virtù di uno scenario più ottimistico sui mercati per i 12 mesi a venire.

Lo scoglio delle elezioni Usa sarà presto superato, la lunga saga della Brexit finalmente si concluderà, i fondi del Recovery Fund andranno a finanziare le economie europee più colpite. E’ probabile che sia disponibile nei prossimi mesi un vaccino o una terapia efficace per contrastare il covid e in ogni caso avremo probabilmente acquisito una maggiore capacità di adattamento in termini di distanziamento sociale, di capacità di proteggere i soggetti più vulnerabili ed efficienza nel monitoraggio e nel tracciamento.

Una fase di volatilità, ben gestita, rappresenta una opportunità per aumentare i rendimenti dei vostri investimenti.

Questi alcuni suggerimenti per gestire i vostri investimenti, alla luce dei cambiamenti in atto nell’economia mondiale.

Per ricevere un servizio di consulenza finanziaria personalizzata, ecco i miei contatti.

Daniela Garoia – Consulente finanziario

Brexit: a che punto siamo e quali conseguenze per gli investimenti?

Brexit: a che punto siamo e quali conseguenze per gli investimenti?

Brexit

Il significato della parola Brexit fa riferimento all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e deriva dalla crasi di due parole inglesi: Britain, “Gran Bretagna”, ed exit, “uscita.

Da dove ha origine la Brexit?

Il rapporto tra il Regno Unito e l’Europa non è mai stato semplice. Se da un lato il grande statista Churchill nel 1946 diceva, a Zurigo, di volere la creazione degli Stati uniti d’Europa, dall’altro la Gran Bretagna declinò l’invito a far parte della CECA (Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio) nel 1951.

Questo rifiuto mostrava come gli inglesi, già allora, volessero essere partner dell’Europa, ma senza esservi coinvolti direttamente.

L’adesione della Gran Bretagna alla CEE avvenne solo nel 1973.

Negli anni ’80 la Tatcher espresse il no nei confronti dell’adesione al progetto di Unione Monetaria, allora abbozzato attraverso la creazione di una moneta unica virtuale, l’ECU. La Gran Bretagna, nel rispetto del pensiero di Churchill, voleva stare con l’Europa, ma non in Europa. E ci riuscì.

Nel 2013 David Cameron promise che se avesse vinto le elezioni del 2015 avrebbe richiesto un regime più favorevole per Londra all’interno dell’Unione Europea. Nel maggio del 2015, ad elezioni vinte, ribadì l’impegno e ottenne più di ciò che si aspettava. A questo punto non poteva tradire l’impegno ad indire il referendum che aveva promesso.

Il 23 giugno del 2016 il 51,89% dei votanti dichiarò la propria preferenza verso l’abbandono dell’Unione Europea. E fu subito caos Brexit.

 

Oggi a che punto siamo nella Brexit?

In questi giorni l’Unione Europea sta mettendo alle strette il governo britannico, in vista dell’appuntamento del 31 ottobre, termine ultimo fissato per la Brexit.

Il ministro britannico Johnson ha 12 giorni di tempo, cioè fino a fine settembre per presentare una proposta scritta di accordo (deal) sull’uscita del Regno Unito dalla Unione Europea.  Altrimenti sarà Brexit no deal, uscita senza accordo.

Johnson, di contro, non accetta alcun ultimatum da parte dell’Unione Europea e ribadisce in occasione del vertice Ue del 17 ottobre si proverà a trovare un’ accordo consensuale con Bruxelles.

Sembra, però, sia in corso uno scambio di documenti tra la Commissione dell’Unione Europea e Londra.

È ancora possibile raggiungere un accordo prima del ritiro del Regno Unito dall’UE?

Il nuovo primo ministro, Boris Johnson ha basato la sua campagna elettorale sulla promessa di lasciare l’UE il 31 ottobre, sia con un accordo sia senza alcun accordo, e dato che l’Unione Europea ha ripetutamente rifiutato di tornare al tavolo delle trattative, non è ancora chiaro se a questo punto sia possibile un risultato diverso da un No Deal, uscita senza accordo.

Nel frattempo l’Europarlamento ha approvato a larga maggioranza la possibilità di un’eventuale proroga della Brexit oltre il 31 ottobre: Questa opzione dovrebbe essere richiesta dal Regno Unito a condizione che sia “giustificata e con uno scopo specifico”, ad esempio per evitare un’uscita senza accordo, per svolgere elezioni generali o un referendum.

Una Brexit ordinata sarebbe nell’interesse sia dell’Europa che della Gran Bretagna, ecco il motivo di questa apertura.

 

Dove investire a seguito della Brexit?

Dopo tre anni dal voto che ha stabilito la Brexit siamo ancora ad un nulla di fatto. La telenovela Brexit con ultimatum politici, proiezioni sugli scenari possibili, governi britannici che cadono, nessun accordo raggiunto con Europa, continua a tenere con il fiato sospeso operatori economici, i cittadini britannici,  imprese ed investitori.

L’instabilità e l’incertezza non sono mai gradite ai mercati. Le imprese e gli operatori economici, infatti, investono risorse sul loro sviluppo e sulla loro crescita in una situazione di stabilità economica e normativa.  Sarebbe opportuno vi fosse un epilogo definitivo della vicenda il prima possibile.

In ogni scenario vi possono essere opportunità differenti da cogliere per ottenere rendimento sui propri investimenti.

Ecco alcuni esempi:

Sterlina

Dal referendum la Sterlina ha perso circa il 10% nei confronti delle principali valute. E’ difficile dire se abbiamo toccato il fondo oppure no, ma una strategia potrebbe essere quella di accumulare Sterline poco alla volta, comprando sulla debolezza.

Azioni

Un’uscita con un accordo potrebbe favorire il settore finanziario, grazie allo scampato pericolo. Al contrario, un hard Brexit, ossia una uscita senza accordo, potrebbe favorire l’export, rivitalizzato da un indebolimento della Sterlina.

Obbligazioni

Un’uscita dall’Unione Europea provocherebbe un rialzo dei tassi per contenere le spinte inflazionistiche derivanti dalla svalutazione della moneta. In questo caso sarebbero da preferire bond indicizzati all’inflazione, titoli con scadenze corte o indicizzati.

Questi alcuni suggerimenti utili per valorizzare i  propri investimenti, alla luce dei cambiamenti in atto nell’economia mondiale.

Per ricevere un servizio di consulenza finanziaria studiato per le tue specifiche esigenze, ecco i miei contatti.

Daniela Garoia – Consulente finanziario

Scopri la migliore strategia per investire sui Mercati Emergenti

Scopri la migliore strategia per investire sui Mercati Emergenti

I Mercati Emergenti come Nuove Soluzioni d’Investimento

Mercati Emergenti si configurano come nuove forme di investimento nel nuovo scenario di mercato in cui ci troviamo.

Abbiamo visto insieme i vantaggi di investire:

  • sull’oro, che rappresenta una forma di investimento vantaggioso e viene ricercato da parte degli investitori quale bene rifugio più adatto a conservare il proprio valore nel tempo contro la svalutazione monetaria;

Leggi l’articolo “FARE UN INVESTIMENTO SICURO: L’ORO È ANCORA UNA SCELTA VANTAGGIOSA?

  • sui fondi PIR, che si configurano come strumenti di investimento di lungo-medio periodo utili per far crescere l’economia italiana veicolando i risparmi delle famiglie italiane verso le PMI.

Leggi l’articolo “COME INVESTIRE SICURO? 3 SUGGERIMENTI PER INVESTIRE SUI FONDI PIR

In questo articolo entriamo più in dettaglio sui Mercati Emergenti come nuove proposte del mercato finanziario.

Cosa sono i Mercati Emergenti?

Con il termine Mercati Emergenti si fa riferimento a tutte quelle economie mondiali non ancora sviluppate e che hanno grandi potenzialità di crescita nel breve periodo. Paesi come l’America Latina, l’India, le Filippine o ancora il Brasile attirano molto l’attenzione degli investitori.

Ciò accade perché l’economica di questi Paesi si sta sviluppando, dopo anni passati ad inseguire i Paesi più sviluppati. I fattori di crescita determinano un momento florido per il mercato ed il rafforzamento della valuta.

Accade infatti che le valute emergenti si stanno rinforzando grazie al miglioramento dei prezzi delle materie prime di cui molte economie in via di sviluppo sono grandi esportatrici.

Questi elementi risultano quindi interessanti agli occhi degli investitori che cercano rendimenti nei Mercati Emergenti.

Secondo recenti ricerche, questi sono i mercati in via di sviluppo in cui conviene maggiormente investire:

  1. AMERICA LATINA: ha visto un miglioramento della crescita economica in un contesto di stabilizzazione dei prezzi delle materie prime. In particolare, attira l’attenzione l’Argentina. Un Paese che, grazie alle strategie adottate dal Governo, è riuscito a superare la fase più critica di contrazione economica grazie ad una accelerazione delle esportazioni.
  2. RUSSIA: grazie ad una politica interna stabile ed ai dati positivi legati alle esportazioni ed ai tassi, la Russia sta superando la fase di recessione.
  3. INDONESIA: nel 2016, l’economia del Paese è cresciuta del 5% sostenuta dai consumi privati e dagli investimenti pubblici.

Investire sui Mercati Emergenti | Vantaggi

Mercati Emergenti risultano interessanti per due principali motivi:

  1. il tasso di sviluppo economico è mediamente più alto di quello dei paesi occidentali;
  2. le finanze pubbliche sono sotto controllo e non presentano particolari criticità.

Ecco perché gli esperti ritengono che investire sui Mercati Emergenti, in un’ottica di medio-lungo periodo, possa creare un vantaggio finanziario

Confrontati con il mercato americano, il trend positivo dei Mercati Emergenti sembra infatti già essere iniziato. Da inizio 2016 ad oggi, il mercato americano è salito del 30%, mentre i Mercati Emergenti sono saliti del 40%.

E’ proprio in funzione di questo trend positivo (che sembra destinato a continuare ad aumentare da qui al 2020), che questo sembra proprio essere il momento giusto per investire su questi mercati.

Investire sui Mercati Emergenti | Rischi

Chiaramente, investire sui Mercati Emergenti può generare volatilità al portafoglio.

Vediamo perché.

I fattori che influiscono sulla crescita di un Paese sono molti e avvenimenti interni, sia politici che economici, possono portare ad una drastica caduta delle quotazioni.

Questo significa tenere a mente che i Mercati Emergenti hanno comunque un alto tasso di rischio. Ogni minimo cambiamento può comportare pesanti variazioni sul mercato.

Qual’è quindi la migliore strategia finanziaria da adottare?

Mercati Emergenti offrono buone opportunità di investimenti sicuri e redditizi.

Infatti, se l’investimento è fatto bene e con le probabilità a favore, anche i rendimenti possono essere molto interessanti.

Il segreto sta nell’implementare una corretta strategia.

Ecco il mio consiglio: per investire sui Mercati Emergenti bisogna diversificare il proprio portafoglio. Questo significa non investire in un solo Paese. Ma soprattutto non rischiare quantità enormi di capitale su di uno stesso Paese.

Anche in questa circostanza, l’investimento va predisposto sulla base di scelte ponderate che tengano in considerazione le reali necessità e possibilità dell’investitore. Può quindi risultare utile appoggiarsi ad un consulente finanziario di fiducia con cui valutare tutte le opportunità.

Contattami per una consulenza personalizzata.

Daniela Garoia – Consulente finanziario

 

Il mio logo e la mia immagine coordinata, spiegata da Alice di Caprio

Il mio logo e la mia immagine coordinata, spiegata da Alice di Caprio

Alice di Caprio è una web agency di Cesena che si occupa di marketing e comunicazione.

Hanno curato la mia identità e in questo articolo vengono spiegati i processi che hanno portato alla realizzazione del mio logo e della mia immagine coordinata.


Perchè creare un marchio per fare personal branding?

Partiamo dal concetto generale di iconografia: creando logo e immagine coordinata di ME, innesco l’idea che voglio le persone abbiano di me.

E’ sostanzialmente un’immagine coordinata che ti identifica e che fa percepire il tuo “status”.

Il personal branding parte dunque da un punto di chiarezza: ho chiaro il settore che rappresento e l’argomento che tratto e voglio:

  1. diventare conosciuto e stimato
  2. lanciare iniziative
  3. fidelizzare il cliente: le persone si fidano di me e così raggiungo altri clienti
  4. ottenere un posizionamento marketing

Realizzazione logo aziendale

La grafica e comunicazione del marchio in questione sono partite proprio dal punto di chiarezza di cui sopra:

  • Dare consapevolezza
  • Offrire una gestione e pianificazione del patrimonio personalizzata e libera da conflitti di interesse
  • Rispondere alle esigenze e ai bisogni che caratterizzano l’utente
  • Fare sentire il cliente sicuro e tutelato
  • Pianificazione corretta a livello finanziario in base ai sogni/obiettivi del cliente

La comunicazione grafica propone uno stile che identifichi subito i valori espressi:

1. Stabilità e SicurezzaLogo vettoriale

La figura geometrica del quadrato rappresenta appieno la stabilità e la sicurezza.

2. Colloquialità

Come colore abbiamo scelto un blu notte. Il colore blu è simbolo di calma, tranquillità ed equilibrio.
Ha la capacità di generare un senso di rilassamento.

 

Il tutto senza trascurare l’importanza della Femminilità (elemento di differenziazione su cui abbiamo scelto di puntare, visto che, nell’analisi marketing erano emersi tutti tratti “maschili” legati alla “durezza” dei soli concetti di stabilità e sicurezza.

Logo e immagine coordinataIl pesco racchiude i valori di femminilità. Usando il pesco che si trova spesso nelle case italiane richiamiamo il senso di intimità.
La trasformazione del fiore in frutto rapprese crescita. Inoltre regalare un fiore di pesco è simbolo di dedizione.

 

 

 

Naming

Il  naming fa leva sui “problemi” che il cliente vuole risolvere (cliente al centro):

  • Consulenza finanziaria personalizzata
  • Pianificazione finanziaria
  • Condivisone obiettivi finanziari
  • Gestione e pianificazione degli investimenti
  • Ricerca delle opzioni più vantaggiose di investimento personalizzate